Amplificatore, in elettronica, dispositivo che risponde ad un piccolo segnale di ingresso (tensione, corrente o potenza) e fornisce un segnale di uscita più grande che contiene le caratteristiche essenziali della forma d’onda del segnale di ingresso. Amplificatori di vari tipi sono ampiamente utilizzati in tali apparecchiature elettroniche come ricevitori radio e televisione, apparecchiature audio ad alta fedeltà e computer. L’azione amplificante può essere fornita da dispositivi elettromeccanici (ad esempio, trasformatori e generatori) e tubi a vuoto, ma la maggior parte dei sistemi elettronici ora impiega microcircuiti a stato solido come amplificatori. Un tale circuito integrato consiste di molte migliaia di transistor e dispositivi correlati su un singolo minuscolo chip di silicio.
Un singolo amplificatore è solitamente insufficiente ad elevare l’uscita al livello desiderato. In questi casi l’uscita del primo amplificatore viene alimentato in un secondo, la cui uscita viene alimentata in un terzo, e così via, fino a quando il livello di uscita è soddisfacente. Il risultato è la cascata, o amplificazione multistadio. Il telefono a lunga distanza, la radio, la televisione, gli strumenti elettronici di controllo e misurazione, il radar e innumerevoli altri dispositivi dipendono tutti da questo processo fondamentale di amplificazione. L’amplificazione complessiva di un amplificatore multistadio è il prodotto dei guadagni dei singoli stadi.
Ci sono vari schemi per l’accoppiamento di amplificatori elettronici in cascata, a seconda della natura del segnale coinvolto nel processo di amplificazione. I microcircuiti a stato solido si sono generalmente dimostrati più vantaggiosi dei circuiti a tubi a vuoto per l’accoppiamento diretto degli stadi successivi dell’amplificatore. I trasformatori possono essere utilizzati per l’accoppiamento, ma sono ingombranti e costosi.
Un amplificatore elettronico può essere progettato per produrre un segnale di uscita amplificato identico in ogni aspetto al segnale di ingresso. Questo è un funzionamento lineare. Se l’uscita viene alterata nella forma dopo essere passata attraverso l’amplificatore, esiste una distorsione di ampiezza. Se l’amplificatore non amplifica allo stesso modo a tutte le frequenze, il risultato è chiamato distorsione di frequenza, o discriminazione (come nel sottolineare i suoni bassi o alti nelle registrazioni musicali).
Quando la potenza richiesta dall’uscita dell’amplificatore è così grande da precludere l’uso di dispositivi elettronici, gli amplificatori dinamoelettrici e magnetici trovano ampia applicazione.