Chrysanthemum × morifolium

Crisantemi dei fiori immortali in una primavera eterna (仙萼長春冊) di Giuseppe Castiglione (1688-1766)

In Cina esistono dal 500 a.C. Nel 1630, più di 500 varietà vi erano già menzionate. In Europa, soprattutto in Olanda, sono conosciuti dalla metà del XVII secolo, ma la loro diffusione generale è avvenuta solo nel XIX secolo. Il crisantemo fu apprezzato per la prima volta in Cina come pianta medicinale.

E’ classificato nel più antico materiale medico cinese, Shennong Ben Cao Jing (prima epoca moderna), nella categoria dei farmaci superiori e fa parte dei prodotti legati alla ricerca dell’immortalità. “Nell’uso prolungato, solleva l’inibizione del sangue e del qi, allevia il corpo, rallenta l’invecchiamento e prolunga la vita” dice il classico. “Alleggerire il corpo” era un obiettivo per raggiungere lo stato etereo degli Immortali in grado di volare e “cavalcare le nuvole”. A partire dalle dinastie Jin e Tang (intorno al V secolo d.C.), il crisantemo cominciò ad essere apprezzato come pianta ornamentale, pur continuando ad essere utilizzato per motivi alimentari.

La prima monografia sui crisantemi fu pubblicata nel 1104 d.C. Liu Meng (劉蒙),:296-97 l’autore di un “Trattato del crisantemo” (菊譜),:242 classifica i crisantemi secondo i loro colori: quelli normali sono gialli, poi vengono i bianchi, i viola e infine i rossi. Elenca un totale di 35 varietà coltivate che si potevano osservare nei giardini vicino ai santuari buddisti delle Grotte di Longmen. Nel XVI secolo, il famoso medico ed erborista Li Shizhen nel suo Grande Trattato di Materia Medica, riporta un centinaio di cultivar. Egli attribuisce loro alcune proprietà medicinali come “eliminare il calore e le tossine”, “migliorare l’acutezza visiva” e così via. Nel 1630, un’indagine di oltre 500 cultivar 17 e circa 2000 all’inizio del XX secolo.

Il primo autore europeo a menzionare il crisantemo è Jacobus Breynius (Jacob Breyn) nel 1689 nel suo Prodromus Plantarum Rariorum. Questo mercante e botanico descrive la Matricaria japonica maxima, come una pianta da fiore molto elegante, doppia, rosa o rosso chiaro 20 ed esistente in diverse varietà. La prima descrizione botanica del crisantemo dei fioristi va a Thomas d’Audibert de Ramatuelle. Nel 1792, nel Journal of Natural History, questo botanico descrive la pianta coltivata, con grandi fiori purpurei, riportata dalla Cina dal navigatore Marseillais Blancard, sotto il nome di “Camomilla dai grandi fiori”, Anthemis grandiflora. Insiste nel distinguerlo dal Chrysanthemum indicum di Linneo con piccoli capolini gialli. Propone in una nota di chiamarlo anche Chrysanthemum morifolium. Da questa prima pianta coltivata riportata dalla Cina nel 1789 da Blancard, poi da quelle riportate (dalla Cina nel 1846 e dal Giappone nel 1863) saranno create in Europa migliaia di cultivar e ibridi. Unite migliaia di cultivar sviluppate indipendentemente in Cina e Giappone, esiste attualmente un enorme complesso di cultivar (stimato da 20.000 a 30.000).

L’autore Wilhelm Miller scrive: “I crisantemi comuni dei fioristi (C. hortorum) sono spesso chiamati ‘a grande fioritura’ e ‘crisantemi autunnali’, per distinguerli dalle specie resistenti all’aperto. Sono il prodotto della miscela di C. indicum e C. morifolium, due specie di piante che crescono spontaneamente in Cina e Giappone. I crisantemi da esterno o resistenti sono derivati dalla stessa specie, essendo forme meno sviluppate. Il crisantemo del fiorista non è necessariamente un soggetto da serra.”

Le più di 1.000 varietà che esistono in Europa dal XIX secolo sono suddivise in numerose varietà. Gli ibridi indicum come il gruppo più antico hanno il crisantemo crisantemo (Chrysanthemum indicum) come genitore.

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