Negli ultimi anni il concetto di decrescita economica (decroissance) basato sulla letteratura di Nicolas Georgescu-Roegen, ad esempio, ha trovato un revival in Francia, Italia, Spagna e altri paesi, sia nella letteratura popolare che in quella accademica. Qui gli autori hanno accolto il rifiuto categorico di Georgescu-Roegen di un’economia allo stato stazionario (SSE), come proposto da Herman Daly. Essi sostengono che la decrescita economica è l’unico obiettivo alternativo praticabile all’economia in crescita. Questa posizione è messa in discussione in questo articolo e si conclude che i due concetti sono in realtà complementari. La decrescita economica non è un obiettivo in sé, ma il percorso del ricco Nord verso un SSE globalmente equo. Inoltre la letteratura sulla decrescita può beneficiare delle forti radici storiche economiche dell’ESS e dei concetti macroeconomici di Daly, mentre in cambio può dare lezioni sugli approcci dal basso. Questo sarebbe particolarmente importante per la questione della popolazione, dove Daly propone licenze di nascita limitate. Purtroppo le dichiarazioni sulla demografia sono incoerenti e poco sviluppate nella letteratura sulla decrescita. Inoltre si conclude che la maggior parte delle critiche all’ESS sono dovute a un’interpretazione troppo stretta e tecnocratica del concetto. Invece l’ESS dovrebbe essere definito come un quasi-stato stazionario, che riposa in un equilibrio dinamico e come un “obiettivo irraggiungibile”, che può e probabilmente dovrebbe essere approssimato.