Sono la rappresentazione del passaggio tra la vita e la morte. Le navi sono icone con significati sorprendenti. E rivelano il lato più oscuro delle nostre credenze…
Veicoli per l’aldilà
È inevitabile pensare che le anime dei morti in passato andassero nell’aldilà su navi mistiche che apparivano e scomparivano con l’avvicinarsi di tristi eventi. Gli antichi egizi avevano un culto speciale per le navi e credevano che fosse possibile andare nel Duat solo su una grande nave sacra. La Duat è la regione celeste dove risiedevano le anime dei morti per essere giudicate dagli dei. Le rovine di queste navi sono state trovate alla base di diverse piramidi in perfetto stato di conservazione. Re Artù fu portato su una nave sacra nel magico mondo di Avalon dopo la sua morte apparente e anche per gli antichi greci era possibile andare nell’Ade solo attraversando il fiume Stige su una nave guidata dal traghettatore Caronte. Per i vichinghi, niente poteva essere più spaventoso dell’apparizione all’orizzonte della nave Nagflar, la gigantesca nave realizzata con i chiodi dei morti che annunciava l’inizio del Ragnarok. Quando questa nave fosse stata completata, infatti, i discendenti del gigante Muspell si sarebbero riversati nel mondo in cerca di vendetta.
L’arca di Noè
Nella mitologia cristiana, la nave si riferisce soprattutto all’Arca di Noè (descritta dettagliatamente nella Genesi) sulla quale Noè e la sua famiglia vengono salvati dal diluvio universale insieme a tutti gli animali e le piante che sono riusciti a salvare. Secondo studi recenti, la storia dell’arca di Noè risale ai periodi più antichi dell’ebraismo classico e pare che sia un adattamento del racconto babilonese Gilgamesh dove il simbolismo della nave come ultima risorsa che ci salva dalle acque è legato a quello del viaggio nell’aldilà. Gilgamesh, infatti fa un lungo viaggio che lo porta fino alle porte del cielo dove incontra Noè che gli rivela il segreto dell’immortalità.
Simbologia moderna
Altri “significati” sulla nave sono stati creati solo in tempi moderni e hanno sostituito quelli antichi, dandone una spiegazione puramente terrena e militare. Con lo sviluppo dei regni assolutistici nell’Europa nord-occidentale e delle marine moderne (soprattutto inglesi e olandesi) l’iconografia della nave cambia con lo scopo di impressionare il nemico e le navi vengono rappresentate come veri e propri eserciti pronti all’azione. Diventano un veicolo marittimo ricco di simboli e decorazioni. La nave è ora vista come una stupefacente creazione dell’intelligenza umana, e diverse navi importanti sono raffigurate ovunque come la Cutty Sark, capace di coprire in tempi record la distanza tra Cina e Gran Bretagna.
L’Olandese Volante
La storia dell’Olandese Volante inizia a diffondersi verso la metà del 700 e assume subito le caratteristiche di una “storia vera”. Infatti è ancora oggi difficile separare la realtà dalla fantasia. Secondo una versione, la leggenda risale al 1729, quando una nave tedesca chiamata l’Olandese Volante capitanata dal malvagio Vanderdecken, decide di viaggiare verso il Capo di Buona Speranza, salpando il giorno di Natale (dettaglio utilizzato anche da Herbert Melville in ‘Moby Dick’).
Il cammino col diavolo
Capitano Vanderdecken è famoso per essere un uomo rude e violento che non ha paura di niente e di nessuno. Mentre si avvicina al Capo di Buona Speranza una tempesta colpisce la nave con onde alte, venti forti e fulmini. Vanderdecken urla contro Dio e invoca il Diavolo, promettendo che se gli avesse permesso di passare il Capo avrebbe potuto prendere la sua anima. Il diavolo accetta, ma quando viene a prendere la sua anima, l’astuto capitano chiede un ultimo desiderio, vuole giocare a scacchi con lui. Quando il diavolo vince può prendere la sua anima. I dadi sono truccati e Vanderecken riesce a rimandare il giorno in cui il diavolo prenderà la sua anima. La storia dice che chi vede quella nave fantasma è condannato all’infelicità per tutta la vita. Questa storia era così forte e radicata nella società che anche il futuro re d’Inghilterra Giorgio V durante il suo periodo nell’esercito, aveva paura di vedere questa nave e ricordava sempre ai suoi marinai di portare i ferri di cavallo sulla nave perché erano l’unica cosa che poteva tenere lontano questa maledizione (si usa ancora oggi).
La Mary Celeste
Se la storia dell’Olandese Volante può essere considerata una gigantesca e super-iconografica leggenda del mare, la storia della Mary Celeste no. Nel corso degli anni cambiò proprietario diverse volte. Il primo capitano morì di polmonite. Il secondo, durante la cerimonia del varo, passò troppo vicino a una diga di pesca e danneggiò gravemente lo scafo. Durante le operazioni di riparazione un incendio esplose a bordo. Passò poi a un terzo proprietario e salpò per Londra e poi per Parigi. Nello stretto di Dover si schiantò contro un’altra nave e affondò. Fu riparata e ritornò in Canada con un quarto capitano, ma nel 1867 si arenò e fu venduta di nuovo. Il nuovo proprietario la riparò di nuovo e la vendette dopo solo 12 mesi. L’Amazon cambiò nome e nazionalità e divenne l’americana Mary Celeste con un nuovo capitano Benjamin Briggs.
Vuoto intorno al mare
Lasciò New York nel 1872, e circa un mese dopo fu vista vicino alle isole Azzorre e al Portogallo, ma era vuota. Non aveva danni particolari, il cibo era praticamente tutto lì, tutto era dove doveva essere e persino la tavola del capitano era apparecchiata come se dovesse tornare presto. Il giornale di bordo era aperto e l’ultima nota risaliva alla mattina del 25 novembre, quando la nave era passata a sei miglia dall’isola di Santa Maria, nelle Azzorre. Nessun commento insolito, niente di particolare. Il mistero della Mary Celeste non fu mai risolto e dell’equipaggio non si è mai trovata traccia. Durante i viaggi successivi la nave continuò ad avere problemi fino a quando si bloccò sulle spiagge di Haiti. Le ragioni non furono mai chiarite. La sua forma nel tempo è diventata il simbolo della nave maledetta, come se volesse ricordare a tutti, nei tempi moderni, che le navi non servono solo per attraversare il mare trasportando merci e passeggeri, ma possono essere anche un collegamento tra il mondo dei vivi e l’aldilà. E questo è qualcosa che oggi non ricordiamo.