De Vivo V, Carbone L, Saccone G, et al. Early amniotomy after cervical ripening for induction of labor: a systematic review and meta-analysis of randomized controlled trials. Am J Obstet Gynecol. 2019. doi: 10.1016/j.ajog.2019.07.049.
COMENTO ESPERTO
L’induzione del travaglio è raddoppiata negli ultimi 2 decenni, con quasi il 25% delle partorienti attualmente sottoposte a induzione negli Stati Uniti.1 L’induzione del lavoro a termine è associata a esiti perinatali simili a quelli del travaglio spontaneo, senza un aumento del tasso di CD.1-3 Sebbene siano stati valutati numerosi metodi per la maturazione cervicale, il metodo più sicuro ed efficace deve ancora essere determinato.2
L’amniotomia – o rottura artificiale delle membrane (AROM) – è stata a lungo utilizzata come tecnica per l’induzione del travaglio e per l’aumento nelle donne in travaglio spontaneo. I benefici dichiarati includono una maggiore reattività all’ossitocina esogena, un intervallo ridotto al parto e una maggiore probabilità di parto vaginale spontaneo. I rischi dell’amniotomia includono lesioni al feto o ai tessuti circostanti, emorragie, test fetali non rassicuranti, prolasso del cordone e rottura prolungata delle membrane (definita come superiore a 18 ore), che è un fattore di rischio per l’infezione intra-amniotica.
Il momento ottimale dell’amniotomia non è noto. Il recente studio di De Vivo e colleghi è stato progettato per comprendere meglio il rapporto rischio/beneficio dell’amniotomia precoce dopo la maturazione cervicale nelle donne sottoposte a induzione del travaglio.
Dettagli dello studio
Gli autori hanno condotto una revisione sistematica e una meta-analisi che ha incluso 1.273 donne in 4 studi randomizzati controllati per determinare l’efficacia dell’amniotomia precoce di routine rispetto all’amniotomia tardiva/rottura spontanea delle membrane dopo la maturazione cervicale (con un catetere Foley o con prostaglandine) in donne con un feto singoletto di vertice sottoposte a induzione del travaglio nel periodo a termine o pretermine.
L’amniotomia precoce è stata definita come AROM “subito dopo la maturazione cervicale” (casi); l’amniotomia tardiva è stata definita come AROM dopo la fase attiva del travaglio o la rottura spontanea delle membrane (controlli).
L’esito primario era l’incidenza di CD. Gli esiti secondari includevano la durata complessiva del travaglio, la latenza dall’induzione al parto e la morbilità neonatale (un insieme di peso alla nascita, punteggi Apgar, liquido amniotico macchiato di meconio, sepsi neonatale, necessità di rianimazione e ammissione all’unità di terapia intensiva neonatale).
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