Vieni, ragioniamo insieme

Isaia, conosciuto come il profeta messianico, profetizzò a Giuda prima che fossero portati in cattività babilonese. Come la maggior parte dei profeti, egli li pregò di allontanarsi dai loro peccati e di tornare a servire fedelmente il Dio del cielo che aveva scelto di costruire la nazione di Israele dal suo servo Abramo molti anni prima. All’inizio del libro di Isaia, scrisse: “Venite ora e ragioniamo insieme, dice il Signore: anche se i vostri peccati sono come scarlatto, saranno bianchi come neve; anche se sono rossi come porpora, saranno come lana. Se sarete volenterosi e ubbidienti, mangerete i beni della terra: Ma se vi rifiutate e vi ribellate, sarete divorati con la spada, perché la bocca del Signore lo ha detto”. Sebbene in molte occasioni, nel tentativo di far tornare Israele a Dio, i profeti si siano appoggiati pesantemente sulle emozioni di Israele ricordando loro tutto ciò che Dio aveva fatto per loro, qui il profeta Isaia li esorta a prendere una strada diversa. Egli sollecita l’uso del loro intelletto.

La parola “ragione” parla dell’uso dell’intelletto. Ci sono state a lungo due vie distinte di guida individuale nella vita dell’uomo, l’intelletto e l’emozione. Si è spesso discusso e discusso nel tentativo di determinare quale delle due dovesse essere seguita. Questo offre l’opportunità di uno dei due grandi errori: seguire solo l’intelletto o seguire solo l’emozione, perché entrambi sono necessari. Infatti, sono collegati nella parola di Dio in modo tale che uno non può essere seguito senza l’altro. Sia l’emozione che l’intelletto nascono dalla stessa fonte, il cuore della Bibbia. Conosciamo tutti la dichiarazione di Gesù quando disse che il primo e grande comandamento era di amare il Signore con tutto il cuore (Matteo 22:37), quindi l’emozione dell’amore viene dal cuore. Ma lo scrittore di Ebrei ha affermato che la parola di Dio è abbastanza acuta da essere un discernitore dei pensieri e delle intenzioni del cuore (Eb. 4:12), quindi i propri pensieri vengono dal cuore. È davvero importante che tutte le nostre emozioni siano guidate dall’intelletto.

Quando si tratta di determinare cosa si deve credere e fare nel regno del servire il Signore, è l’intelletto che deve essere usato. Isaia disse che dovevano ragionare insieme, non seguire ognuno i propri sentimenti. L’intelletto può determinare la verità, l’emozione porta all’individualismo o alla divisione. Gesù ha detto che si deve continuare nella Sua parola e che si conoscerà la verità, non sentire la verità che renderà liberi (Giovanni 8:31-32). Dopo aver determinato con l’intelletto ciò che deve essere fatto, usa l’emozione, perché deve essere fatto con tutto il nostro cuore.

Quando le emozioni dell’uomo entrano in gioco, l’uomo ha la tendenza ad unirsi a moltitudini che hanno credenze e pratiche diverse per essere in armonia con Dio e in linea per una casa celeste. Isaia ha parlato di ragionamento ma ha notato due reali condizioni possibili dell’anima e che ogni persona responsabile si trova in uno di questi due regni. O si è nel peccato o si è lavati. Giovanni definì il peccato per noi quando scrisse, “…perché il peccato è la trasgressione della legge” (I Giovanni 3:4). Quando uno è “nel peccato”, è fuori dalla giusta relazione con Dio. Isaia afferma più tardi nei suoi scritti, che il peccato separa da Dio (Isaia 59:1-2). Dal giardino dell’Eden in poi è stato affermato e illustrato che il salario del peccato è la morte (Gen. 2:17; Rom. 6:23). È anche chiaramente insegnato che tutti, ad eccezione del Figlio di Dio, hanno peccato (Rom. 3:23; I Giovanni 1:8, 10). È qui che entra in gioco la seconda di quelle due condizioni su cui Isaia parla di ragionare, perché egli ci istruisce a ragionare sull’essere lavati puliti. L’apostolo Paolo parlò di una serie di peccati che avrebbero impedito di ereditare il regno di Dio e poi disse a quei cristiani Corinzi: “E tali erano alcuni di voi; ma voi siete stati lavati, ma voi siete stati santificati, ma voi siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù e mediante lo Spirito del nostro Dio” (I Cor. 1:9-11).

Le istruzioni di Isaia riguardo al ragionamento indicavano che c’erano due strade che si potevano prendere in riferimento all’avere un’anima pulita, obbedienza o disobbedienza alla parola di Dio. L’obbedienza porterebbe all’anima pulita, mentre la disobbedienza lascerebbe un’anima macchiata di porpora con la colpa del peccato. Anche se le moltitudini del passato e del presente evitano la stretta obbedienza alla parola di Dio, le Scritture insegnano e illustrano la necessità dell’obbedienza alla Sua parola se si vuole sfuggire ai tormenti dell’inferno e godere delle benedizioni del paradiso. Paolo disse che quando il Signore ritornerà, Egli si vendicherà di coloro che non obbediscono al vangelo di Cristo (II Tess. 1:7-9). Isaia parlò anche di ragionamenti sull’assicurazione che possiamo avere di quelle cose appena discusse. Egli sottolineò che esso era venuto direttamente dalla bocca di Dio. In altre parole, Dio ha detto così. Anche se molti parlano di non avere prove di certe cose che la parola di Dio promette, dovendo così accettarle per fede, il fatto è che se Dio l’ha detto, quale prova maggiore si potrebbe chiedere, dato che Dio non può né sbagliare né mentire.

Non tutti saranno salvati nell’ultimo giorno, ma tutti ne hanno la possibilità. Usare l’intelletto per accertare ciò che si deve fare e poi farlo con il cuore.

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Di Robert Oliver

Contribuente editorialista

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